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Pio IV, papa.

Al secolo Giovanni Angelo Medici di Marignano. Pontefice dal dicembre 1559 al dicembre 1565. Laureatosi in Giurisprudenza a Pavia nel 1525, l'anno seguente fu chiamato a servizio del cardinale Farnese a Roma, grazie all'intervento di suo fratello, da poco marchese di Marignano (V. MEDICI DI MARIGNANO, GIAN GIACOMO). Nel 1527 fu nominato protonotario apostolico, momento iniziale di una rapida carriera ecclesiastica facilitata, dall'elezione nel 1534 al soglio pontificio, come Paolo III, del suo protettore Farnese. Fu governatore di Ascoli Piceno, Città di Castello, Fano e Parma, vicelegato di Bologna e poi commissario di Roma. Nel 545 fu nominato arcivescovo di Ragusa, inviato in qualità di commissario pontificio alla guerra contro la lega smalcaldica (V. SMALCALDA, LEGA DI) e, nel 1549, creato cardinale. Alla morte del suo protettore nel 1550, iniziò per lui un periodo di ostracismo sotto Giulio III, mentre durante il pontificato di Paolo IV fu costretto a vita privata a causa delle posizioni filo-spagnole da lui assunte e sgradite al papa. Alla morte di Paolo IV nel 1559 e alla fine di un lungo e difficile conclave, P. fu eletto grazie a un accordo tra cardinali spagnoli e francesi. I suoi primi atti riguardarono il processo contro i nipoti del suo predecessore, Carlo e Giovanni Carafa, fino ad allora impuniti per la protezione dello zio, condannati per peculato il primo e uxoricidio il secondo e giustiziati nel 1561. Il processo segna, per convenzione, la fine del cosiddetto "grande nepotismo" del Papato, dal momento che P., in seguito, non indulse a sua volta a favorire politicamente propri congiunti, anche se, in una sorta di "piccolo nepotismo", creò vescovi e cardinali alcuni suoi nipoti, tra cui il futuro santo Carlo Borromeo. P. si impegnò a limitare i poteri e la giurisdizione dell'Inquisizione romana e spagnola e ordinò la revisione delle norme troppo severe dell'Indice. Ebbe molti successi diplomatici, riuscendo a intrattenere buoni rapporti con Francia, Spagna e Austria, pur senza riguadagnare alla cattolicità l'Inghilterra. La sua iniziativa di maggior valore, tuttavia, fu nel 1560 la riconvocazione, anche su consiglio del Borromeo, del Concilio di Trento: l'assise era stata sospesa nel 1547 e fu conclusa dallo stesso P. nel dicembre del 1563. Il papa partecipò attivamente ai lavori conciliari e, con la bolla Iniunctum nobis, ne ricapitolò lo schema dottrinale che avrebbe costituito l'ossatura della Professio fidei tridentinae, confessione di fede obbligatoria per chi ricevesse l'ordine sacerdotale, vescovile e la responsabilità in genere della cura d'anime. Con la bolla Benedictus deus furono ufficialmente approvate tutte le costituzioni conciliari e istituita la Congregazione per applicarne le deliberazioni. Inoltre il pontefice cominciò la stesura del Catechismo romano (in cui lasciò aperti alcuni spazi alle rivendicazioni delle terre protestanti, come la possibilità della comunione sotto le due specie del pane e del vino), la revisione della Vulgata e la riforma del breviario e del messale. Fu mecenate generoso, protettore di artisti e letterati e promosse lo sviluppo della stampa. Gli successe Pio V (Milano 1499 - Roma 1565).